Le vette dell'Ariège, per me, non sono una scoperta. Alcuni li avevo già schierati in passato, soprattutto durante la mia traversata dei Pirenei nel 2002, e quindi sapevo già natura intensamente esigente.
Se i riflettori sono spesso accesi sui prestigiosi 3000m degli Alti Pirenei e dei Pirenei centrali, sarebbe un peccato relegare l'Ariège dietro questa vetrina eroica considerandone secondarie le vette.
L'Ariège, ai miei occhi, è un po' come il cavallo selvaggio del branco dei Pirenei, quello che a prima vista non si nota ma il cui particolare ardore, inizialmente mascherato da un ingannevole classicismo, finisce per attirare l'attenzione degli occhi più attenti. L'Ariège è una terra di intenditori, modellata per l'uso di coloro che hanno voltato le spalle alle sirene dello spettacolare e del superlativo commerciale.. E per sfruttarlo al meglio, ecco 5 vette importanti che sicuramente metteranno le stelle nei tuoi occhi e il cui denominatore comune è avere, nelle vicinanze, un rifugio e uno o più laghi.
⛰️ Il Pic Crabère (2 m): il più panoramico
Lungi dall'essere il più alto o il più difficile, il Crabère ha comunque un alto indice di gradimento tra gli escursionisti. Perché e come ? Solo perché la gobba del Crabère, preservata da ogni concorrenza circostante, offre un eccezionale panorama a 360° sulla catena e, in particolare, sugli alti massicci spagnoli dell'Aneto e della Maladeta. Uno spettacolare belvedere che fa dimenticare gli spasimi della sua paziente ascesa.
La notorietà infatti non fa a meno della fatica. Questa è la lezione insegnata ai camminatori da Ariège. Niente è gratis qui. Lo spettacolo si paga in ore di cammino, metri di dislivello e sudore, dandogli ancora più valore.
Scoprire il Cirque de l'Étang d'Araing venendo da Frechendech dà l'impressione di entrare in paradiso, soprattutto se, come noi, si esce dal mare di nuvole improvvisamente tenute in scacco sul Couserans. Uno spettacolo che non si stanca mai di stupire!
⛰️ Mont Valier (2838 m): il più iconico
Il Valier è per l'Ariège ciò che il Cervino è per la Svizzera o il Triglav per la Slovenia. Una montagna del cuore, con una silhouette identificabile da lontano, un simbolo forte dove è radicato l'orgoglio di essere dell'Ariège.
Salire a Valier, più che una salita, qui assume le sembianze di un pellegrinaggio. Ci si sale con gli amici o con la famiglia per assorbire l'anima del territorio e rinnovare il patto di appartenenza.
Ci fermiamo così spesso ad Estagno, da Stéphane e Laurent, indirizzo storico sulla via della vetta, dove si può parlare di montagna, tra sofferenza ed esaltazione, gustando un buon pasto in un'atmosfera vivace.
Il Valier rimane un'esperienza unica. Innanzitutto, per la sua atmosfera unica, rivelata dall'energia collettiva e quotidiana dei contendenti al suo vertice. Dal notevole sforzo richiesto per raggiungerlo in seguito. Ancora una volta, l'Ariège non è facile da persuadere, opponendo la sua conquista a un viaggio lungo e talvolta estenuante. Lungo il percorso, una serie di notevoli oasi di frescura superano la prova della caduta. È qui la maestosa cascata di Nerech o, là, le accoglienti sponde del Round Pond. Un sollievo sulla strada per questa vetta che, una volta raggiunta, offre l'indefinibile soddisfazione di essere nominato cavaliere dall'Ariège.
Cascata di Nerech @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando Stagno rotondo @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
La vetta del Valier @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando La vetta del Valier @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
⛰️ Il Pique Rouge de Bassiès (2676 m): il più originale
Punto di passaggio quasi obbligato qualunque sia la via di salita scelta, il rifugio di Bassiès servito da trampolino di lancio per questa nuova salita. L'arredamento del rifugio vale da solo la deviazione.
Lgli stagni di Bassies, gioielli centrali di una pittura di insolente perfezione, sono i frammenti di cobalto scuro di un puzzle più ampio, scolpito in una cornice rocciosa attorno alla quale cime di poco più di 2000 m formano le farandole.
Bassiès ha il volto di questi immensi siti naturali che distillano tranquillità e bellezza carnale in un indecente sfoggio di seducenti elementi visivi.
Foto: sopra gli stagni di Bassiès @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
Il percorso che, dal Porto di Bassiès, conduce alla vetta del Pique Rouge, si distingue dalle altre cime qui presentate per la sua natura sovrapposta e sospesa in equilibrio tra due valli. È consuetudine in Ariège galleggiare sopra i mari di nuvole. Un'usanza la cui quintessenza è stata espressa durante la mia visita mentre oscillavo da un passo all'altro verso la mia meta lontana.
Sentiero di cresta al Pique Rouge @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando Il rifugio di Bassiès @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
Il finale rivela un volto più minerale in cui piccoli stagni suonano davanti a folle esaurite circondate da un pubblico di blocchi frantumati. Lassù c'è un nuovo colpo di bellezza, un ripido capolinea sull'orlo del Raspe oltre il quale emerge il massiccio blocco di Montcalm e Pica d'Estats.
Potente.
Foto: la vetta del Pique Rouge de Bassiès @Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
⛰️ La Montcalm (3077 m) e la Pica d'Estats (3143 m): le più classiche
Due cime al prezzo di una. Una bella doppietta che supera quota 3000. Sono anche gli ultimi a farlo per i candidati ad attraversare i Pirenei da Hendaye. Affermare di incidere il proprio nome nel marmo richiede, come spesso accade, di adempiere impegnativi preliminari dal parcheggio dell'Artigue. La sosta per la notte a rifugio dell'Etang du Pinet è spesso l'opzione scelta da chi manca di forza di volontà al pensiero di scalare le due vette nella stessa giornata.
Dormire al rifugio ti dà anche la possibilità di approfittare di queste albe su un mare di nuvole, di cui l'Ariège ha qui il segreto. I bagliori luminosi e radenti dell'alba copriranno poi d'oro i pendii spogli di questo piccolo blocco di cime eminentemente minerali.
Qui le orme si fondono con rocce dai toni ocra e arancio che fanno sembrare l'Ariège l'Atlante, quando non è Marte.
Un decoro atipico, affascinante e austero, che mi ricorda il GR®20. Cammino qui sulle mie orme, tornando vent'anni dopo al teatro delle passate avventure sull'HRP. Si erge infine la croce degli Stati, sormontata dai colori della Catalogna che condivide un pendio della vetta con l'Ariège, ricordando in ogni momento la specificità della sua natura transfrontaliera.
⛰️ Il Pic de Tristagne (2878 m): il più selvaggio
Il nome di Tristagne rimane invariabilmente legato a quello di Etang Fourcat, un altro di quei paradisi dell'Ariège che non vorresti mai più lasciare una volta raggiunto.
Come Bassiès, il sito di Etang Fourcat appartiene a quei luoghi dove il tempo si è fermato e dove il ritmo frenetico del mondo sembra perdere ogni presa. Non solo per il grande valore paesaggistico che vi si dispiega, ma anche per le persone che vi abitano.
Come spesso accade in Ariège, c'è una storia d'amore tra un luogo e uomini i cui cuori battono forte nel rifugio in cui viene raccontata. In questa categoria, Étang Fourcat raggiunge nuove vette, teatro ripetuto, nel mio caso personale, di esperienze umane forti e indimenticabili.
Arrivo all'Etang du Fourcat ©Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando Scalare il Pic de Tristagne ©Ariège Pyrénées Tourisme – D.Genestal_Carnets de Rando
Un massiccio muro eretto sopra le ipnotiche acque blu dell'Étang Fourcat, il Tristagne invita gli escursionisti a sfidarlo. Si raggiunge attraverso un percorso breve ma sorprendentemente piacevole. Un finale molto giocoso che libera, nei suoi ultimi metri, folli voli alpini per dominare, mentre giocano a funamboli, Etang Fourcat da una parte e Andorra dall'altra.
Più selvaggia delle precedenti, la Tristagne è a mio avviso l'espressione di questo avventuroso Ariège che, nonostante le modeste altitudini, sa offrire bellissimi spezzoni di coraggio agli appassionati di arrampicata sportiva. Un assaggio di ciò che il territorio ha sotto il cofano perché, non dubitarne per un secondo, il dispositivo di scorrimento della difficoltà è ben lungi dall'essere stato spinto al massimo in questa selezione!
Buono a sapersi
Il tratto che sale al rifugio Fourcat dalla riva destra dello stagno Izourt sarà ora riclassificato come " Accesso GR10 ". Non vedrai quindi più la segnaletica del GR10 ma il sentiero esiste 😉 E sarebbe un peccato privarti della vista che ti offrirà l'arrivo al rifugio! La sezione è mappata con linee tratteggiate nere sulle mappe IGN. Il sentiero rimane visibile sulle app escursionistiche in scala SCAN 50.
Trova il post del blog di David sul blog di Quaderni da escursionismo ????
vuoi raccogliere anche tu la sfida?
Se anche tu vuoi seguire le orme dei Carnets de rando e scalare le cime più alte dell'Ariège, nnon esitate a chiamare una guida alpina (qui 👌), soprattutto se non hai molta esperienza escursionistica!
I vertici citati in questo articolo sono nella categoria Alta montagna e devi essere estremamente attento e prepararti il più possibile per la tua uscita!